Roberto Mancini, Ct dell’Italia, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport parlando del Mondiale appena concluso e della Serie A. Queste le sue dichiarazioni:
“Se n’è andato un 2022 triste, per me molto triste: la morte di Sinisa, la malattia di Gianluca. Queste sono le cose che pesano sul cuore: quelle per le quali non puoi fare nulla. Dopo una delusione sportiva, invece, si può sempre rimediare“.
Ora si può dire: dove potevamo arrivare, in Qatar?
“Troppo facile parlare dopo. Mi ero sbilanciato, ma prima, sull’Argentina perché per Messi, il migliore degli ultimi vent’anni, chiudere la carriera senza aver vinto un Mondiale non sarebbe stato neanche giusto. Ma l’Italia, quando c’è, è pericolosa per chiunque: per questo ho sempre detto che puntavamo a vincere, e oggi dico che ce la potevamo giocare. Anche per provare a vincerlo, sì“.
Già che azzecca pronostici: a chi lo scudetto?
“Questa è troppo difficile, e dopo 50 giorni di sosta anche di più. Ma il Napoli ha buone possibilità: otto punti di vantaggio e un gruppo collaudato che ha anche aggiunto due-tre giocatori forti“.
A gennaio il Napoli incontra Inter, Juve e Roma: il campionato si decide già in questo mese?
“Diciamo che il Napoli con tre vittorie metterebbe un’ipoteca seria”.
Oggi per la classifica l’anti Napoli è il Milan.
“Le inseguitrici sono tutte vicine fra loro e tutte in tempo per riprendere il Napoli. Però devono correre tanto e forte”.
Cosa ha insegnato il Mondiale all’Italia?
“Spero che ai giocatori abbia fatto male quanto a me vederlo in tv: credo di sì, sapevano anche loro che avrebbero fatto una bella figura. E sanno che sarà necessario prepararsi meglio per i momenti decisivi delle prossime qualificazioni”.
Il Marocco del campionato?
“Forse la Lazio, che non gode di grande credito: gioco diverso, ma ora è più solida dietro. Ma anche la Roma: non la vedo così inferiore alla Lazio”.
Spinazzola non ancora al top: preoccupato?
“Dopo un infortunio così, ci vuole almeno un anno per tornare quelli di prima: riavere il vero Spina per marzo sarebbe perfetto”.
Lo Zaniolo che ha in testa Mancini è simile a Bellingham?
“Ci sta: Zaniolo ha qualità per fare la mezzala, l’esterno d’attacco, la mezzapunta e nelle ultime partite ho visto progressi anche nella capacità di giocare con la squadra”.
Qualche nome dallo stage di dicembre?
“Cittadini, che ora ha bisogno di giocare in A, Faticanti, Fazzini e Oristanio del Volendam: a giugno era indietro, in sei mesi giocando titolare in Olanda è migliorato tanto. Ma mi hanno fatto una buona impressione tutti, anche quelli della Serie B”.
Cosa chiede a questo 2023?
“Che non porti niente, ma non tolga più niente a nessuno, a proposito di tristezza. Semmai restituisca a Chiesa e Zaniolo, perché sia il loro anno: dopo l’Europeo praticamente non li ho avuti, con loro e il gruppo al completo possiamo ricominciare davvero a fare bene. E magari una cosa il 2023 ce la porti, la Nations League di giugno: dipende da noi, le chance ci sono. E non sarebbe male…”.